09-02-2015, 11:27 PM
Forse non mi sono spiegata bene (no, non sono un maschio): sposerei la tua tesi in pieno se si trattasse di animali il cui allevamento è in fase totalmente sperimentale, e il cui tasso di sopravvivenza in cattività fosse pericolosamente vicino allo zero.
Volendo applicare il tuo ragionamento in modo radicale, in casa non andrebbero tenuti animali punto, cani inclusi: non starebbero meglio in un bel bosco anziché reclusi in un giardino recintato (quando va bene) o a spasso con guinzaglio e museruola?
Non credo che nessuno dei qui presenti avrebbe nemmeno pensato di acquisire un petauro, se questi non fossero già stati presenti sul suolo italiano -ovvero nessuno qui avrebbe preso esemplari di cattura per il puro gusto di averli.
Detto ciò, ragionare con i "se" è inutile: la situazione di partenza è che sono presenti petauri riproduttivi in Italia; come già detto, una volta che un animale nasce in cattività è impossibile rilasciarlo -inutile dare del carceriere ad ogni singolo utente del forum: per i petauri che abbiamo in casa, l'alternativa alla "detenzione" è la morte.
Spero che questo sia sufficientemente chiaro.
Ad una messa al bando del petauro potrebbe conseguire solo una castrazione in massa -o una regolamentazione sull'affidamento dei cuccioli, come avviene per le testuggini regolarmente registrate. La prima opzione mi sembra detestabile, la seconda non risolverebbe il problema per come l'hai posto.
Risparmiamoci lamentele preconfezionate sulla legalità in Italia, lasciano il tempo che trovano.
Il caso del tuo conoscente non è unico né raro purtroppo, ma non puoi prenderlo come presupposto per considerarci tutti un branco di imbecilli.
Nulla di personale, ma penso che questa trovata sia pari al lasciare il wc aperto con petauri liberi in casa.
Auguri per la tua campagna (come ti ho già detto, trovo il tuo principio formalmente corretto ma praticamente inadeguato al nostro caso), ma lascia perdere con i cani vegetariani per favore: per quanto non mi piacciano, hanno diritto anche loro di nutrirsi in modo adeguato.
Volendo applicare il tuo ragionamento in modo radicale, in casa non andrebbero tenuti animali punto, cani inclusi: non starebbero meglio in un bel bosco anziché reclusi in un giardino recintato (quando va bene) o a spasso con guinzaglio e museruola?
Non credo che nessuno dei qui presenti avrebbe nemmeno pensato di acquisire un petauro, se questi non fossero già stati presenti sul suolo italiano -ovvero nessuno qui avrebbe preso esemplari di cattura per il puro gusto di averli.
Detto ciò, ragionare con i "se" è inutile: la situazione di partenza è che sono presenti petauri riproduttivi in Italia; come già detto, una volta che un animale nasce in cattività è impossibile rilasciarlo -inutile dare del carceriere ad ogni singolo utente del forum: per i petauri che abbiamo in casa, l'alternativa alla "detenzione" è la morte.
Spero che questo sia sufficientemente chiaro.
Ad una messa al bando del petauro potrebbe conseguire solo una castrazione in massa -o una regolamentazione sull'affidamento dei cuccioli, come avviene per le testuggini regolarmente registrate. La prima opzione mi sembra detestabile, la seconda non risolverebbe il problema per come l'hai posto.
Risparmiamoci lamentele preconfezionate sulla legalità in Italia, lasciano il tempo che trovano.
Il caso del tuo conoscente non è unico né raro purtroppo, ma non puoi prenderlo come presupposto per considerarci tutti un branco di imbecilli.
Quote:forse solo di non essere riuscita a vegetarianizzare il mio cane guardaCosa ha detto il veterinario quando gli hai comunicato la tua scelta, e in che modo ti ha consigliato di metterla in atto per avere un passaggio graduale alla nuova alimentazione senza traumi?
Nulla di personale, ma penso che questa trovata sia pari al lasciare il wc aperto con petauri liberi in casa.
Auguri per la tua campagna (come ti ho già detto, trovo il tuo principio formalmente corretto ma praticamente inadeguato al nostro caso), ma lascia perdere con i cani vegetariani per favore: per quanto non mi piacciano, hanno diritto anche loro di nutrirsi in modo adeguato.